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| - Clitennestra, an opera in a prelude and two acts, was the last work by Ildebrando Pizzetti. The libretto is in Italian. The opera play is based on ancient Greek mythology written by Aeschylus and Sophocles. It was premiered at La Scala in Milan on 1 March 1965, conducted by Gianandrea Gavazzeni. (en)
- Clitennestra (título original en italiano; en español, Clitemnestra) es una ópera (definida como "tragedia musicale") en un preludio y dos actos con música de Ildebrando Pizzetti y libreto del propio compositor, extraído de obras de Esquilo y de Sófocles. Se estrenó en el Teatro alla Scala de Milán el 1 de marzo de 1965 dirigida por Gianandrea Gavazzeni, con en el papel de la protagonista. (es)
- Clitennestra è l'ultima opera (definita "tragedia musicale") composta da Ildebrando Pizzetti, su libretto proprio tratto da Eschilo e Sofocle. Fu rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 1º marzo 1965 diretta da Gianandrea Gavazzeni, con Clara Petrella nel ruolo della protagonista. (it)
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| - Clitennestra, an opera in a prelude and two acts, was the last work by Ildebrando Pizzetti. The libretto is in Italian. The opera play is based on ancient Greek mythology written by Aeschylus and Sophocles. It was premiered at La Scala in Milan on 1 March 1965, conducted by Gianandrea Gavazzeni. (en)
- Clitennestra (título original en italiano; en español, Clitemnestra) es una ópera (definida como "tragedia musicale") en un preludio y dos actos con música de Ildebrando Pizzetti y libreto del propio compositor, extraído de obras de Esquilo y de Sófocles. Se estrenó en el Teatro alla Scala de Milán el 1 de marzo de 1965 dirigida por Gianandrea Gavazzeni, con en el papel de la protagonista. (es)
- Clitennestra è l'ultima opera (definita "tragedia musicale") composta da Ildebrando Pizzetti, su libretto proprio tratto da Eschilo e Sofocle. Fu rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 1º marzo 1965 diretta da Gianandrea Gavazzeni, con Clara Petrella nel ruolo della protagonista. La più significativa differenza tra l'opera e le tragedie a cui è ispirata è nel finale: nel lavoro di Pizzetti Oreste, come scrisse lo stesso musicista in una lettera, dopo avere compiuto il matricidio si reca volontariamente in esilio, per «cercare in se stesso, attraverso la propria vita tormentosa, una valida ragione alla redenzione, considerando giusta una disperata e inesorabile condanna».. Andrea Della Corte trovò questo finale la parte meno convincente dell'opera, caratterizzata come in altri lavori pizzettiani da «declamazione recitativa, vigilata ed espressiva, del testo, ed espressiva concomitanza armonistica, timbrica e ritmica». Importante il ruolo dei cori, che sottolineano i vari momenti della vicenda con coralità «cupa, lenta, triste o veemente, invocante, sussultante». La première ebbe vivo successo, con chiamate agli artisti e al compositore al termine di entrambi gli atti. (it)
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